La revisione del valore catastale comporterà un aumento delle tasse

Il rischio di un aumento delle tasse, per il riallineamento del valore catastale delle abitazioni al reale prezzo di mercato, è più che fondato. In questi giorni — scrive La Stampa — si riparla di revisione dei valori catastali alla luce del divario sempre più ampio con i prezzi di mercato delle abitazioni. Le intenzioni del governo, nell’ultimo Consiglio dei Ministri dell’8 aprile, sono chiare: «La revisione è assolutamente necessaria e la riforma dovrebbe realizzarsi nel prossimo triennio 2016-2018». Nella classifica pubblicata sul Sole 24 Ore, Savona occupa il 15° posto tra i capoluoghi di provincia, con un divario in percentuale del 172% tra il valore catastale medio delle abitazioni (94.881 euro) e il prezzo di mercato (257.915 euro). Il prezzo medio è ricavato partendo dalla quotazione al metro quadrato rilevato da Nomisma, moltiplicata per la superficie media catastale. Al primo posto di questa speciale classifica c’è Pistoia con un divario del 267%, mentre Imperia, che occupa il 4° posto in Italia, ha un divario del 244%. La Spezia occupa il 73° posto con il 78%, e Genova 82° posto con il 66%.

La ricaduta pratica di questo fenomeno per i proprietari è semplice e chiara: a parità di aliquote e regole comunali, nelle città in cui lo scarto è più alto i proprietari tendono ad avere una pressione fiscale più bassa, in rapporto al valore di mercato degli immobili. Al contrario, dove lo scarto è basso, si pagano le tasse ad un valore che è quasi quello di mercato, come accade a Pordenone dove il divario tra il valore catastale medio e il prezzo di mercato dell’abitazione è solo del 15%.

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